Goji, come piantare, coltivare e raccogliere

Il Goji (Lycium barbarum) è un arbusto perenne della famiglia delle Solanacee, Genus Lycium. È coltivato in tutti i continenti per i suoi frutti commestibili, molto apprezzati per il loro gusto specifico e per le sue proprietà terapeutiche e medicinali. Molto spesso vengono venduti secchi, disidratati, ma possono essere consumati anche freschi.

Le bacche di Goji sono spesso utilizzate in vari piatti, come zuppe, insalate, dessert, succhi, marmellate, tè, vini, yogurt o salse. In alcune culture, le foglie delle piante di goji vengono cotte e mangiate in varie forme. L’olio di Goji, utilizzato nella cura della pelle, viene estratto dai semi. Nella medicina tradizionale, il goji è stato usato per secoli per curare malattie del fegato e dei reni, nonché per mantenere e migliorare la vista. A causa dell’alto contenuto di beta-carotene, antiossidanti, vitamine e minerali, i frutti sono utilizzati nell’industria cosmetica e medica.

L’origine delle specie di goji è molto dibattuta. La specie più comunemente coltivata per il consumo è Lycium barbarum, detta anche Vite da matrimonio ed è considerata originaria dell’Asia e dell’Europa sud-orientale. Attualmente, il goji viene coltivato nelle regioni subtropicali, temperate e tropicali. Le più grandi aree coltivate a goji si trovano in Cina.

Caratteristiche botaniche
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Le piante di Goji sono specie arbustive con altezze comprese tra 1 e 4 m, con foglie allungate, ellittiche o ovate, disposte alternativamente su viticci. I fiori sono ermafroditi, solitari oa grappolo, pedicellati corti (1-2 cm), viola, raramente bianchi o verdi. I frutti sono piccole bacche, lunghe fino a 2 cm, di forma ellissoidale, allungata. Sono carnose, rosse, arancioni o gialle e hanno da 4 a 20 semi marroni, a volte gialli. Gli arbusti hanno radici ben sviluppate.

Specie di goji e loro ibridi

Le principali specie di goji coltivate per la produzione di frutta sono:

Lycium barbarum – Coltivata soprattutto per il consumo di frutta;
Lycium chinense – Spina del deserto cinese, coltivata maggiormente per l’industria cosmetica e sanitaria;
Lycium ruthenicum – Spina di bosso russo, con frutti sferici, neri o viola scuro;
Lycium europaeum – Vite europea.

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Inoltre, esistono numerose specie e varietà ibride ottenute dalla selezione di ibridi naturali e da ibridazioni controllate.

Fabbisogno climatico e del suolo

Poiché l’apparato radicale delle piante di goji è ben sviluppato, hanno basse esigenze in termini di condizioni ambientali. Si trovano ad altitudini comprese tra 700 e 2700 m, sviluppandosi bene su suoli relativamente leggeri, sabbiosi o argillosi, ben drenati, a pH neutro, debolmente alcalini o debolmente acidi. La temperatura ottimale per la germinazione dei semi è compresa tra 15-25 ℃. Le piante sono resistenti alle basse temperature, durante il periodo di dormienza possono tollerare temperature di -15 ℃ o anche meno. Tollerano anche le alte temperature e la siccità, nonché l’esposizione a forti venti. La pianta di goji ama la luce solare diretta. Può sopportare la mezz’ombra, ma il periodo di crescita vegetativa e la produzione di frutti è debole se la pianta non può beneficiare di min. 6 ore/giorno di esposizione al sole.

TECNOLOGIA DI COLTIVAZIONE – GOJI

Scelta e preparazione del terreno

Per la coltivazione del goji si scelgono terreni fertili e soleggiati, con una pendenza ridotta e una sorgente d’acqua nelle vicinanze. La preparazione del terreno prevede la rimozione di tutte le piante e dei detriti vegetali dall’appezzamento, operazione eseguita manualmente, meccanizzata o con erbicidi totali, rispettivamente la loro combinazione. Quindi, se necessario, il terreno viene livellato, tenendo conto della pendenza del terreno. Prima di piantare, concimare con letame e superfosfato.

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Semina e propagazione per talea
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La propagazione delle piante di goji può avvenire per germinazione (dai semi) o vegetativamente (per talea).

Nel caso di propagazione dei semi, possono essere messi a bagno in acqua per 24 ore prima della semina, accelerando così il processo di germinazione. La semina avviene in primavera, in focolaio o in serra, e le piantine ottenute vengono trapiantate in campo all’età di 1 anno (primavera, prima di entrare nel periodo di crescita vegetativa). Le distanze di impianto consigliate sono 1,5-2,5 m tra le file e 1-1,5 m tra le piante per fila. Le piante vengono annaffiate subito dopo la semina, rispettivamente dopo il trapianto.

Nel caso di propagazione vegetativa si utilizzano talee di piante sane e vigorose. Questa operazione si effettua in autunno, dopo l’ingresso nel periodo di crescita vegetativa, in focolai o appositi contenitori, rispettivamente in serra. Il trapianto in campo delle piantine ottenute per talea viene effettuato in modo simile a quelle ottenute dai semi.

Lavori di mantenimento

Il mantenimento delle colture di goji prevede il diserbo (mediante diserbo manuale o meccanico, mediante trattamenti chimici o mediante pacciamatura), l’irrigazione, l’applicazione di fertilizzanti specifici, l’esecuzione di trattamenti preventivi e il controllo delle malattie e dei parassiti.

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Inoltre, si consiglia la potatura per ridurre l’altezza dell’arbusto, favorire la penetrazione della luce all’interno della chioma, favorire la formazione di germogli laterali, ecc. Solitamente le talee vengono effettuate al di fuori della stagione vegetativa, ma le crescite attive possono essere accorciate anche durante il periodo vegetativo.

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Raccolta

I frutti vengono raccolti manualmente, al momento della piena maturazione, in più fasi, dall’inizio dell’estate, fino a novembre. La prima fruttificazione si registra nel 2° o 3° anno di crescita vegetativa, e la fruttificazione più abbondante è caratteristica del 4° o 5° anno di crescita vegetativa. La produttività massima in Cina è di ca. 7-8 t/ha.

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