Tignoletta dell’uva (Lobesia botrana) – gestione dei parassiti

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Diffusione. La tignoletta dell’uva è una specie comune nell’Europa meridionale e nel Nord Africa.

Descrizione. L’adulto è una farfalla lunga 7-8 mm, con un’apertura alare di 18-20 mm. Le ali anteriori presentano macchie marroni che si alternano a macchie grigio-azzurre. Le ali posteriori sono grigie, frangiate. La larva è un bruco verde-oliva-grigio, lungo 10-12 mm, con testa, pronoto e zampe marroni.

BIOLOGIA
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La tignola dell’uva produce 2-3 generazioni all’anno e sverna allo stadio di pupa sotto la corteccia esfoliata delle ceppaie, in un bozzolo bianco serico. Gli adulti compaiono quando la temperatura supera i 15º C e volano al crepuscolo. Solitamente compaiono a maggio-giugno, si nutrono per 10-12 giorni, dopodiché si accoppiano e depongono le uova. La femmina depone circa 50-80 uova per un mese, da sola oa piccoli gruppi, solitamente sui boccioli fiorali, meno spesso su foglie o germogli. La seconda e la terza generazione depongono le uova sugli acini verdi oa maturazione della pasta. Il volo delle farfalle e la deposizione delle uova sono favorite dalle alte temperature e dalla siccità, ma l’azione diretta dei raggi del sole sulle uova porta alla loro distruzione (fino al 50% delle uova vengono distrutte).

Le prime larve compaiono all’inizio di giugno e il loro sviluppo dura 25-32 giorni dopodiché le larve costruiscono un bozzolo setoso per trasformarsi in pupa. Lo stadio pupale dura 8-12 giorni, poi compaiono gli adulti della prima generazione, nella prima metà di luglio.

Questo parassita è una specie trivoltina (produce 3 generazioni all’anno): la prima generazione si sviluppa in maggio-giugno, la seconda generazione in luglio-agosto, la terza generazione in agosto-maggio.

PIANTE ATTACCATE E DANNI

Oltre alla vite, la tignola dell’uva attacca anche more, ribes, prugne e nettarine. Il parassita è dannoso allo stadio larvale, nutrendosi di oltre 20 specie. I segni dell’attacco sono evidenti dalla presenza di larve e seta sui grappoli, sotto la corteccia delle ceppaie e dei viticci più vecchi.

Le larve di prima generazione si nutrono di boccioli di fiori e giovani bacche. Una larva può consumare fino a 80 gemme durante il suo sviluppo. I bruchi di seconda generazione attaccano il verde o le bacche a maturazione dell’impasto e le larve di terza generazione danneggiano a maturazione dell’impasto o delle bacche mature. Le bacche attaccate si scuriscono e si accartocciano. Le larve circondano l’organo attaccato con fili setosi bianchi. I bruchi di seconda e terza generazione causano i danni maggiori. A causa delle ferite provocate, il fungo patogeno Botrytis cinerea penetra nella pianta. Il vino ottenuto è di qualità inferiore e non può essere conservato.

La Lobesia botrana è, dopo la fillossera, il parassita più pericoloso della vite.

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Controllo

L’applicazione degli accorgimenti previsti dalla tecnologia di coltivazione della vite che contribuisce alla crescita più vigorosa delle piante contribuisce a ridurre i danni causati da questo parassita.

I parassiti con feromoni vengono utilizzati per il controllo biologico per catturare i maschi, interrompendo gravemente il processo di accoppiamento. Alcuni insetticidi biologici, ottenuti da batteri patogeni, possono essere utilizzati anche contro la tignoletta dell’uva.

Il controllo della tignoletta dell’uva viene solitamente effettuato preventivamente perché le larve del parassita sono sensibili all’azione dei pesticidi se applicati subito dopo la schiusa. Le larve di seconda e terza generazione, dopo essere penetrate nel frutto, non sono più attaccate dagli insetticidi, essendo inutili in questo caso i trattamenti.

Il primo trattamento va effettuato durante la fioritura (con insetticidi che proteggano l’entomofauna utile). Il secondo è la fenofase di maturazione dell’impasto. Nelle zone fortemente infestate si consiglia di effettuare un terzo trattamento, 20-25 giorni prima della raccolta, con prodotti a ridotta tossicità.

I trattamenti vengono eseguiti con insetticidi specifici.

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