Tartufo, informazioni sulla tecnologia di coltivazione

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I funghi al tartufo appartengono al genere Tuber, che comprende diverse specie, di cui solo due commestibili, ad alto valore alimentare: Tuber melanosporum e Tuber aestivum.

Tuber melanosporum (tartufo nero, tartufo del Périgord o tartufo nero francese)

Non ha cappuccio e gambo. Il frutto è simile al tubero della patata, tondo o leggermente ovoidale, con un diametro di 3-10 cm.

I tartufi crescono nel terreno a una profondità ridotta (3-15 cm). Predilige terreni permeabili, ben areati, ricchi di calcare esposti al sole. Si trova nelle foreste di latifoglie, in particolare nelle foreste di querce. Di solito forma nidi simili alle colture di patate. Compaiono in autunno-primavera, da novembre a marzo.

Il corpo del frutto è tubercolato, di dimensioni variabili da quelle di un pisello a un pugno, con un guscio spesso bruno-nerastro, bruno-violaceo. All’esterno è trafitto da sottili venature bianche, ramificate. I funghi al tartufo hanno un sapore gradevole. 

Tuber aestivum (il tartufo estivo)

Assomiglia alla specie precedente per forma e dimensioni. Cresce nel terreno ad una profondità di 3-15 cm. Il tartufo estivo si trova nei boschi di querce nelle zone calde. Predilige terreni ricchi di humus e calcare. Appare in numerosi cespi, come tuberi di patata, da agosto a febbraio.

Il corpo fruttifero presenta in superficie una spessa guaina nero-blu o nero-marrone. All’interno il fungo è compatto, inizialmente bianco-giallo, a maturità bruno. All’esterno è attraversato da vene ramificate. Ha un gusto gradevole e un odore fragrante. 

Viene coltivato in Francia, Italia, Spagna, Nuova Zelanda, Stati Uniti, ecc.

Requisiti ecologici

La nutrizione è esclusivamente eterofila. I tartufi sono funghi micorrizici. Il micelio di questi funghi vive in associazione (simbiosi) con le radici di alcune piante, aiutandosi a vicenda. La pianta micorrizica fornisce al fungo carboidrati, vitamine, stimolanti della crescita e fruttificazione. I tartufi forniscono alla pianta azoto, fosforo e altri elementi in forma facilmente assimilabile.

I tartufi preferiscono terreni profondi, semi argillosi, ben aerati, ricchi di sostanze nutritive e ricchi di calcare con un pH compreso tra 7,4 e 8,3.

Coltivazione

L’insediamento della coltura richiede piante giovani, di specie legnose (querce pubescenti, querce, specie di nocciole, ecc.) già micorrizate. L’operazione micorrizica (associazione albero-fungo) viene eseguita da unità specializzate. La micorriza comprende due fasi: La prima consiste nell’inoculare piante legnose con parti di funghi (spore, micelio), operazione eseguita in laboratorio. La seconda fase mira ad ottenere piante sane con una buona micorriza. Il lavoro può essere eseguito in serra e per quantitativi maggiori in vivaio. 

Piantare

La messa a dimora di alberi micorrizici nel sito definitivo può essere effettuata nel tardo autunno (novembre-dicembre) o all’inizio della primavera (febbraio-marzo). Il numero di piante necessarie per 1 ettaro di tartufaia varia tra le 200 e le 600, a seconda delle specie utilizzate. La messa a dimora avviene secondo le consuete tecniche utilizzate in frutticoltura e silvicoltura.

Dopo la semina, il terreno viene lavorato superficialmente (fino a una profondità di 5-6 cm) e le erbacce intorno agli alberi vengono distrutte. Dopo il controllo delle infestanti, il terreno deve solo essere leggermente grattato per distruggere la crosta superficiale e consentire una buona aerazione. 

A seconda del regime delle precipitazioni nella zona, applicare l’irrigazione con acqua neutra o leggermente alcalina. 

Raccolta

Il primo raccolto di tartufi può essere ottenuto almeno 4 anni dopo aver piantato gli alberi micorrizici. Dall’inoculazione alla fruttificazione occorrono 5-6 anni e talvolta anche 8-10 anni. Dal momento della fruttificazione, i tartufi si comportano come una coltura perenne, che può durare 30-40 e anche 50 anni. 

I tartufi estivi maturano in autunno, intorno a novembre, ei tartufi neri in inverno, a dicembre-febbraio.

I tartufi maturi emanano un odore gradevole e forte che permea il terreno. A causa di questo odore, le colture di tartufo vengono facilmente rilevate da cani e maiali.

La raccolta vera e propria viene effettuata a mano, con grande cura. Dopo 10-12 anni dalla semina si possono ottenere raccolti di 6-8 kg/ha/anno. Dopo 15 anni 10 kg/ha/anno, e in alcuni casi fino a 30 kg/ha/anno. 

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