Sorgo, tecniche di coltivazione e raccolta
Il sorgo (Sorghum bicolor) è una pianta che appartiene alla famiglia delle Poaceae, essendo una delle specie più coltivate al mondo. Questa pianta è resistente alla siccità e numerosi studi recenti hanno dimostrato che può essere un sostituto del mais nelle ricette di mangimi per animali. Sono stati ottenuti risultati positivi nell’alimentazione di uccelli, bovini da latte e tori. La coltivazione di questa specie è giustificabile per la sua resistenza alla siccità. Per questo motivo il sorgo garantisce una produzione soddisfacente anche in condizioni difficili. Oltre al sorgo che viene coltivato per il grano, nella cultura possiamo trovare il sorgo tecnico, il sorgo dolce e il sorgo da foraggio. Il sorgo tecnico è usato per fare le scope. Il sorgo dolce contiene nel suo gambo quantità di zuccheri di circa il 20%, e dopo il processo di estrazione si ottiene uno sciroppo utilizzato nell’industria alimentare. Oltre a queste specie, ci sono diverse varietà e ibridi che vengono coltivati per i silos.
Requisiti ambientali e del suolo
Essendo molto simile al mais, questa specie ama il caldo. La temperatura minima di germinazione è di 10-12°C e richiede durante il periodo di crescita vegetativa temperature comprese tra 25 e 35°C. Tra le piante coltivate in Italia, il sorgo è la più resistente alla siccità. Il sorgo ha un apparato radicale molto ben sviluppato, ma in caso di siccità prolungata si riduce di dimensioni. Inoltre, il coefficiente di evapotraspirazione è basso. Questa specie non è pretenziosa in termini di suolo e può essere piantata in terreni scarsamente fertili, sabbiosi o erosi. Può tollerare un pH del terreno compreso tra 4,5 e 8,5. È una pianta che ama la luce e nelle zone ombreggiate la resistenza della pianta alla siccità, alle malattie e ai parassiti diminuisce.
Tecnologia delle colture di sorgo
Rotazione delle colture
Il sorgo non è pretenzioso, resiste alla monocoltura per 3-5 anni. È molto sensibile alle infestanti a causa del lento sviluppo nelle prime fasi del periodo vegetativo. Vanno quindi evitati i terreni infestati da monocotiledoni perenni, con residui vegetali non inglobati nel terreno o quelli rocciosi. Buone piante precursori sono girasole, mais, paglia, lino, riso o miglio. Il sorgo è una buona pianta precursore di piselli, mais, girasole e legumi da granella.
Fertilizzazione
Questa specie risponde molto bene alla fertilizzazione con fertilizzanti minerali. Utilizza il 70% della dose di azoto, il 60% della dose di fosforo e l’80% della dose di potassio. La fertilizzazione con azoto deve essere effettuata in modo differenziato in base al pH del suolo. Il sorgo reagisce bene all’applicazione di fertilizzanti fogliari.
Lavori del campo
Consistono nell’aratura delle stoppie, seguita dalla lavorazione del terreno. La profondità di aratura è compresa tra 20 e 30 cm, essendo influenzata dalla tessitura del terreno. Segue un passaggio con l’erpice a dischi e, in primavera, la preparazione del letto di semina.
Semi e semina
La semina va effettuata in primavera, quando nel terreno, alla profondità della semina, si raggiungono temperature di 10-12°C. La distanza tra le file è compresa tra 50 e 70 cm e la distanza tra le piante per fila è compresa tra 3 e 16 cm. I semi di sorgo devono provenire da una fonte sicura e certificata ed essere privi di malattie e parassiti. La quantità media di semi necessaria per ettaro è di circa 8 kg.
Controllo delle erbe
Può essere ottenuto mediante zappatura meccanica o manuale, ma il metodo di controllo più efficace è attraverso trattamenti chimici.
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Malattie e parassiti
Le malattie più importanti che possono verificarsi nella coltura del sorgo sono il virus del mosaico, il cancro batterico, il fuliggine coperto, il punto bersaglio. Tra i parassiti, i più comuni sono la diabrotica del mais occidentale, lo scarabaeus monodon, il punteruolo grigio del mais, la piralide del mais europeo.
Raccolta
E fatto con l’aiuto di mietitrebbie. L’operazione inizia quando l’umidità dei chicchi di sorgo è scesa al di sotto del 14%. In questo modo i chicchi non si scuotono né si rompono. La raccolta avviene in modo differenziato. Quando la mietitrebbia passa la seconda volta, i gambi vengono raccolti.