Protezione delle rose dal gelo

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Le rose sono nella maggior parte dei casi piante sensibili al gelo e quindi devono essere protette in inverno ricoprendo di terra. Nelle regioni collinari e montuose le rose sono interrate all’inizio di novembre e nelle regioni di pianura questa procedura può essere eseguita anche più tardi. In ogni caso, l’operazione deve essere completata prima della comparsa di temperature che scendono sotto i -4 gradi Celsius.

Le rose nane (arbusti) sono più sensibili alle basse temperature rispetto alle rose semi rampicanti o rampicanti.

Indipendentemente dalla categoria di appartenenza (nane, con fusto, semi rampicanti o rampicanti) e dalla regione in cui si trovano, le rose sono protette in inverno mediante pacciamatura o copertura con terriccio. Prima di essere ricoperte, le rose sono leggermente potate, che consiste nell’accorciare i rami troppo lunghi, asportando i rami spezzati o secchi, nonché le foglie rimaste sui rami.

Pacciamatura

La pacciamatura consiste nel ricoprire i rami alla base del cespuglio con apposito materiale (paglia o corteccia).

Il tumulo non deve superare i 25-30 cm di altezza e alla base deve coprire bene il cespuglio.

Allo stesso trattamento sono sottoposte le rose semi rampicanti e rampicanti, mentre i rami alla base sono pacciamati. In queste categorie di rose il tumulo può essere realizzato più alto (40-50 cm) e più largo alla base.

Per le rose con fusto e corona, a seconda dell’elasticità del fusto, si possono applicare due metodi di protezione.

Il primo metodo

Nel caso del primo metodo, quando il tronco della pianta si piega facilmente, la chioma e interrata nel terreno in una buca profonda 20-25 cm che abbia una larghezza pari a quella della chioma. Per stabilità, la base della corona deve essere fissata al suolo con un gancio. Piegare il tronco e fissare la base della chioma è un’operazione delicata e e fatta con molta attenzione, per evitare di rompere il tronco o di staccare la chioma dal punto di innesto. La chioma e ricoperta dopo che è stata precedentemente pulita (come nel caso dei cespugli nani) e irrigidita con della rafia se è troppo voluminosa. Il tumulo che si forma non deve superare i 20 cm, tenendo conto che una parte della chioma è interrata.

Il secondo metodo

Il secondo metodo si applica quando il tronco ha raggiunto uno spessore che non gli permette più di piegarsi. In questo caso i rami della chioma sono avvolti con fieno, paglia o foglie secche, poi la chioma e ricoperta con materiali leggeri attraverso i quali possa penetrare l’aria (sacco). La copertura e legata alla base della corona, compreso il punto di innesto. Durante l’inverno è opportuno controllare periodicamente la copertura della chioma in modo che non si allenti, si rompa o diventi troppo pesante a causa dei depositi di neve. In quest’ultimo caso, per evitare eventuali flessioni o rotture del tronco, è bene utilizzare dei tutori, che, se posti nella parte settentrionale del tronco, rappresentano un elemento di protezione contro le bufere di neve.

A metà marzo, se il tempo lo permette, o verso la fine del mese, le rose sono tolte dai loro tumuli o sono tolte le coperture. Lo svernamento è ben tollerato solo dalle rose che hanno fusti e rami robusti e ben alberati, cioè quelle che hanno completato il processo di crescita e sviluppo e sono entrate in uno stato di dormienza.

Le gelate secche non sono così pericolose per le rose quanto l’umidità delle nevi/bufera di neve che provoca muffa, marciume e infine la morte delle piante.

La pacciamatura della base del fusto è necessaria anche per altri arbusti ornamentali, come ortensie, peonie, rododendri, ecc.

Suggerimenti per proteggere dal gelo altre specie vegetali

Oltre alle rose con fusto e corone, la copertura della chioma e praticata anche nei primi mesi/anni di altre piante. Pertanto, alcune specie di Magnolia, se piantate in regioni con inverni rigidi e prolungati, necessitano di essere protette coprendo la chioma. Questa operazione è tanto più difficile in quanto il volume della corona è maggiore. La copertura e realizzata con pezzi di stuoie o teloni, dopo aver preventivamente ridotto il volume della chioma stringendo e legando tra loro i rami (non mediante potatura). Considerando che i rami della Magnolia sono fragili, sia l’operazione di irrigidimento degli stessi che la copertura della chioma, sono fatte con pazienza e prudenza.

Durante l’inverno la copertura va controllata, ripulita dalla neve o dal gelo, per non fare pressione sui rami interni, che potrebbero rompersi. Altri arbusti decidui che soffrono il gelo, ma, a causa della loro crescita strisciante, non possono essere protetti con pacciamatura o copertura della chioma, e devono essere protetti dal gelo coprendoli con uno strato di foglie secche.

Lo spessore della copertura varia a seconda della regione, della sensibilità della pianta e della natura del materiale con cui è realizzata la copertura.

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