Cimice del mais – gestione dei parassiti

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La cimice del mais, Eurygaster integriceps è un parassita diffuso nell’Africa settentrionale, nei Balcani e nell’Asia occidentale e centrale.

DESCRIZIONE

Gli adulti di cimice di mais hanno un aspetto ovoidale, con una lunghezza del corpo di 11-13 mm. La variazione di colore è ampia, dal giallo-marrone al completamente nero. La testa è triangolare e presenta un’estremità anteriore trilobata, carattere importante per l’identificazione della specie. Le antenne sono lunghe. Lo scutello è ben sviluppato, a volte sporge dalla sommità dell’addome e copre le ali. L’uovo è sferico, verdastro quando deposto e man mano che l’embrione si sviluppa, si scurisce di colore. Le larve, dopo la schiusa, sono pressoché sferiche e attraversando i 5 stadi fino alla maturità, diventano sempre più simili agli adulti ma sono di taglia più piccola e prive di ali.

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BIOLOGIA ED ECOLOGIA

La cimice del mais produce una generazione all’anno e sverna allo stadio adulto sotto le foglie nei boschi di latifoglie. Diventa attivo in primavera quando la temperatura media giornaliera è compresa tra 10°C e 15°C. Tuttavia, la migrazione di massa inizia quando la temperatura media raggiunge i 18-20°C, favorita dal clima caldo e dalla mancanza di precipitazioni. Dopo la migrazione sulle erbe spontanee e sul grano, le cimici del mais attraversano un periodo di alimentazione e maturazione sessuale. Seguono la copulazione e la deposizione delle uova. La deposizione delle uova avviene a fine maggio e inizio giugno, su foglie, steli, ma soprattutto sulle spighe appena germogliate. Una femmina può deporre 70-100 uova, a seconda della sua riserva di grasso. L’incubazione delle uova dura 7-20 giorni, dopodiché seguono i 5 stadi larvali, fino allo stadio adulto (30-40 giorni).

Dopo la migrazione delle cimici del mais sulle colture, il loro carattere nocivo si manifesta, in maggio-luglio.

Le larve di cimice di mais che compaiono dopo la formazione delle spighe si nutrono dei grani allo stadio latte/cera.

Gli adulti si nutrono intensamente di chicchi di grano per 10-12 giorni per accumulare quante più riserve possibili. Le sostanze di riserva sono necessarie per i processi vitali durante la diapausa e il periodo di moltiplicazione. Il periodo di alimentazione intensa si sovrappone alla piena maturazione dei raccolti di grano e, quindi, alla sua raccolta.

Dopo aver raccolto le riserve necessarie, gli adulti migrano per entrare in diapausa sotto le foglie delle latifoglie, fino alla primavera successiva. Di solito, il ciclo di sviluppo termina prima che il grano venga raccolto.

Così i processi dall’uscita del periodo di pausa e fino al pieno sviluppo degli adulti sono favoriti dal clima caldo, secco, senza vento, insieme ad una forte luce. Al contrario, il clima freddo, umido, con forti venti ne inibisce il normale sviluppo, con conseguenze negative sul numero della popolazione.

PIANTE ATTACCATE E DANNI

La cimice del mais e una specie oligofaga, cresce principalmente sul frumento ma attacca anche altre graminacee coltivate e spontanee. L’attacco avviene a tappe dalla fine di aprile fino alla vendemmia. Vengono attaccate tutte le parti della pianta: fusto, foglia, spiga, chicchi.

L’attacco è diverso a seconda della generazione. Gli adulti in letargo si nutrono di organi vegetali, le foglie attaccate ingialliscono, si attorcigliano e si seccano nel punto di puntura. L’attacco allo stelo, quando lo spuntone è ancora poco sviluppato, può portare alla caduta dello spuntone.

Le larve ei giovani adulti si nutrono esclusivamente dei chicchi a spiga.

Dopo la puntura si forma un piccolo rigonfiamento chiamato “cono salivare”. Attorno ad esso appare un’area gialla. A volte la spiga rimane sul gambo e quando si sviluppa presenta bordi ondulati e può essere totalmente o parzialmente sterile, biancastra. I chicchi attaccati sono nervati e recano i pungiglioni sotto forma di puntini neri, circondati da una zona scolorita. Le punture prodotte dagli insetti portano alla riduzione del peso, alla diminuzione del valore economico dei semi, e soprattutto al deprezzamento delle qualità panificabili della coltura attaccata. Gli enzimi secreti dagli insetti e introdotti nel grano durante il processo di alimentazione portano alla degradazione del glutine e alla perdita di elasticità.

Attaccano le parti aeree della pianta, principalmente le foglie e il fusto, il che porta a perdite quantitative. L’attacco delle larve e degli adulti di nuova generazione si rivolge quasi esclusivamente ai chicchi, provocando perdite qualitative.

Controllo

Al momento, il controllo chimico è l’unico metodo efficace per proteggere le colture da questo parassita.

Per la pianificazione delle azioni di controllo viene elaborata la previsione annuale della comparsa del parassita solare. Questo viene fatto stimando le popolazioni in una certa area. Tiene conto della densità del parassita solare esistente nelle colture di cereali a paglia prima del raccolto e della frequenza dei chicchi attaccati. Nei boschi di latifoglie si effettuano ispezioni in autunno e primavera per valutare la riserva di insetti adulti.

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SOGLIA ECONOMICA

Per la nuova generazione, la soglia economica è stabilita in base al numero di larve negli stadi I e II. Quindi 5 esemplari/m² per colture con densità ottimale, ben concimate e con fenologia vegetale corrispondente al mese in cui è stata condotta l’indagine. Tre esemplari/m² per colture senza densità ottimale, impropriamente concimate. Nelle colture destinate alla produzione di sementi, la soglia economica è di 1 esemplare/m².

Si consiglia di coltivare varietà a maturazione precoce per ridurre l’impatto dei nuovi adulti sulle colture. Si consiglia inoltre la raccolta anticipata delle colture, in condizioni climatiche favorevoli.

Il controllo chimico viene effettuato con insetticidi specifici, tenendo conto della densità del parassita, del periodo vegetativo e delle condizioni climatiche del rispettivo anno.

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