Carpocapsa del melo (Cydia pomonella) – gestione dei parassiti

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La carpocapsa del melo, Cydia pomonella, è diffusa in tutti i continenti in tutte le aree frutticole, soprattutto nei meleti incolti. È uno dei parassiti più pericolosi del melo, avendo un’ottima capacità di adattamento alle condizioni ambientali.

Il comportamento dannoso dei parassiti richiede monitoraggio e controllo costanti.

Descrizione. L’adulto è una piccola farfalla, con un’apertura alare di 15-22 mm e una lunghezza del corpo di 10 mm. Il corpo è grigio-brunastro. Le ali anteriori sono grigio-marrone, con strisce trasversali grigio scuro. All’estremità delle ali anteriori presenta una macchia marrone a forma di mezzaluna con una lucentezza metallica, delimitata da un bordo rossastro. Le ali posteriori sono bruno-rossastre con una lucentezza ramata. I bordi apicali delle ali sono frangiati.

L’uovo ha la forma di uno scudo, inizialmente è ialino (dello stesso colore dell’albume) e durante il periodo di incubazione attraversa diverse fasi. La larva è un bruco rosa chiaro, con testa bruna e quando è completamente sviluppata è lunga 15-20 mm. Sul dorso, ogni segmento presenta 2 verruche scure, provviste di peli sensibili. La pupa è di colore giallo bruno o bruno scuro ed ha una lunghezza di 9-10 mm.

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BIOLOGIA ED ECOLOGIA

La carpocapsa del melo produce 2 generazioni all’anno e sverna allo stadio larvale completamente sviluppato, in un bozzolo di seta, sotto la corteccia del tronco, nelle sue fessure, o nei luoghi di conservazione dei frutti.

In primavera, quando le temperature superano i 9°C, le larve si trasformano in pupe. Gli adulti si attivano a temperature superiori ai 15°C, a partire da maggio, fino a giugno, e volano al crepuscolo o di notte. Subito dopo la comparsa degli adulti avviene l’accoppiamento e le femmine depongono le uova a gruppi di 2-3 uova, su foglie, frutti e germogli. Una femmina depone in media 50-60 uova ma ne può deporre fino a 150. Dopo 8-15 giorni di incubazione, le larve si schiudono e penetrano nel frutto o attraverso il fianco o attraverso il peduncolo o il calice. Qui le larve si nutrono per 20-30 giorni fino al completo sviluppo per poi migrare verso il fusto, sotto la sua corteccia, o nel terreno per costruire un bozzolo setoso in cui si trasforma in pupa. Gli adulti compaiono dopo 10-14 giorni (fine giugno-inizio luglio) e danno vita alla seconda generazione.

La seconda generazione si sviluppa dalla seconda metà di luglio fino a settembre. Le uova di questa generazione vengono deposte direttamente sul frutto, meno spesso sulle foglie. Le larve penetrano lateralmente nel frutto e ricoprono il foro con una foglia o con un altro frutto. Quando sono completamente sviluppate, le larve emergono dal frutto e migrano verso i rifugi svernanti, dove rimangono in diapausa fino alla primavera successiva.

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IL CICLO DI VITA

È condizionata da diversi fattori climatici. Le basse temperature durante il periodo di dormienza provocano la morte del 60-70% delle larve svernanti. Temperature inferiori a 12°C e superiori a 27°C limitano l’accoppiamento degli adulti di prima generazione. Forti piogge e forti venti impediscono alle falene di volare, accoppiarsi e deporre le uova.

I fattori biotici che influenzano lo sviluppo e la moltiplicazione del parassita sono rappresentati dai suoi predatori e parassiti naturali.

PIANTE ATTACCATE E DANNI

La carpocapsa attacca principalmente il melo e il pero, ma talvolta attacca anche il cotogno, il noce e il susino.

L’attacco delle larve può avvenire sotto forma di morsi superficiali o sotto forma di gallerie con escrementi e punte brunite attorno al foro di perforazione.

Le larve della prima generazione provocano grosse perdite ai frutti colpiti perché, essendo piccole, cadono e non possono più essere recuperate. Le larve della seconda generazione attaccano i frutti prossimi alla maturità, costringendoli a maturare prima. Alcuni cadono, altri marciscono o rimangono attaccati all’albero, ma hanno un basso valore commerciale. I frutti attaccati, anche se giunti a maturità, non possono essere conservati perché i fori formati dalle larve permettono la penetrazione di microrganismi che provocano marciumi (il fungo Monilinia fructigena che provoca la comparsa del marciume bruno delle drupacee).

I danni possono sommarsi fino al 70-80% dell’intera produzione.

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CONTROLLO

Nei frutteti e nei giardini è necessario applicare misure per limitare la popolazione di Cydia pomonella. Pertanto, i frutti infestati devono essere raccolti dopo essere caduti a terra ed essere utilizzati per un altro scopo o distrutti. Sui tronchi degli alberi vanno applicate delle trappole a nastro in cartone goffrato, per attirare le larve. Questi devono essere rimossi e distrutti prima che inizi il periodo vegetativo.

CONTROLLO BIOLOGICO

Si può ottenere applicando trattamenti con insetticidi batterici (turingina, a base di Bacillus thuringiensis). Le trappole ai feromoni possono anche essere utilizzate per disorientare e catturare i maschi.

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Per la prima generazione i trattamenti vanno applicati quando si catturano 3-4 maschi a/settimana e per la seconda generazione quando si catturano 2-3 maschi/ha/settimana.

I trattamenti vanno applicati ogni 7 giorni, nelle seguenti fenofasi: quando i petali cadono, quando il frutto è grosso come una nocciola quando il frutto è grande come una noce, e contro la seconda generazione quando i frutti superano i 3,5 cm di diametro .

I trattamenti devono essere effettuati con insetticidi specifici.

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