Carenza ed eccesso nutritivo nelle piante

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La coltivazione delle piante implica garantire condizioni di crescita ottimali e proteggerle da malattie e parassiti. Spesso i sintomi di alcuni disturbi possono essere confusi con quelli causati dalla presenza di agenti patogeni, applicando così le cure di una diagnosi errata. La corretta diagnosi di una carenza di nutrienti è importante per mantenere la crescita e lo sviluppo delle piante e per redigere un efficace piano di concimazione. Anche i disturbi causati da fattori ambientali (luce, temperatura, umidità, correnti d’aria) possono provocare squilibri nelle piante.

I fertilizzanti sono prodotti naturali o sintetici che vengono applicati nel terreno, sul suolo o sulla pianta per integrare l’apporto di nutrienti del suolo e per garantire la normale crescita delle piante. Ogni elemento ha un certo ruolo nel metabolismo della pianta ed è necessario in una certa quantità.

A seconda della quantità necessaria alle piante, i nutrienti si dividono in:

  • macroelementi: primari (N, P, K) e secondari (S, Ca, Mg);
  • microelementi: Fe, Mn, Zn, B, Mo, Cu.

I macroelementi vengono applicati in dosi di decine o addirittura centinaia di chilogrammi di sostanza attiva, di solito ogni anno.

I microelementi vengono applicati in dosi di pochi chilogrammi di sostanza attiva/ha, ogni pochi anni.

Di tutti gli elementi la carenza nutrizionale di N è la più diffusa e, tra i microelementi, è quella di B.

AZOTO (N)

È un elemento essenziale che influenza la produzione di ortaggi favorendo lo sviluppo della parte vegetativa delle piante. Pertanto, è considerato un elemento di crescita.

Carenza di azoto

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A causa dell’elevata mobilità nella pianta e della possibilità di traslocazione, i sintomi della carenza di azoto compaiono prima sulle foglie mature, dalla base della pianta o dai germogli, e si estendono a quelle superiori, se la carenza persiste. La carenza di azoto provoca bassi tassi di crescita (piccole quantità di biomassa e raccolto) e l’accorciamento della stagione di crescita, con effetti negativi sulla produzione.

Sintomi

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  • radici lunghe con pochi rami;
  • le foglie ingialliscono, partendo dall’apice e dai bordi, poi appassiscono e infine disseccano, assumendo un colore giallo-bruno;
  • l’ingiallimento può essere seguito da una defogliazione prematura delle piante;
  • le foglie giovani, all’apice del fusto, sono di colore verde chiaro e tendono ad essere più piccole;
  • in alcune specie le foglie hanno la nervatura principale (sulla pagina inferiore) e il picciolo rosso o rosso porpora;
  • la ramificazione è ridotta, le piante rimangono piccole, con fusto sottile;
  • la fioritura è debole e avviene tardivamente;
  • nel mais la clorosi inizia dalla sommità della foglia e avanza verso la sua base a forma di lettera V, con l’apice sulla nervatura principale;
  • nei pomodori e nei cetrioli, la mancanza di azoto porta a un minor numero di foglie.

Al fine di prevenire l’insorgenza di carenze, si consigliano somministrazioni periodiche di concimi organici e l’utilizzo annuale di concimi azotati in dosi ottimali, opportunamente suddivise. I fertilizzanti fogliari vengono somministrati contestualmente all’applicazione dei prodotti fitosanitari. In caso di inglobamento di detriti vegetali nel terreno, la dose di azoto viene integrata con 6-7 kg N/tonnellata di detriti vegetali incorporati.

Per correggere la carenza applicare concimi chimici azotati, sia nel terreno, incorporando, con l’acqua di irrigazione o mediante concimazioni fogliari, ripetute ad intervalli di 8-10 giorni.

Azoto eccessivo

I sintomi compaiono anche sulle foglie mature alla base della pianta. Le foglie sono di colore giallo-verde, hanno un aspetto “scottato” e bruciano sulle punte e sui bordi delle foglie.

In caso di eccesso moderato:

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  • le piante hanno fusti spessi e rigidi, le foglie crescono vigorose e hanno un colore verde intenso;
  • nelle viti e negli alberi il legno non matura a sufficienza e le piante diventano vulnerabili al gelo;
  • la fioritura e la maturazione del frutto è ritardata;
  • per i cereali diminuisce la resistenza alla caduta dei chicchi;
  • frutta e verdura non sono così gustose, diminuisce la compattezza della polpa, così come la resistenza al trasporto e allo stoccaggio.

Per evitare il caso di eccessi di N, si consiglia di dosare correttamente i fertilizzanti organici e chimici, il frazionamento e l’applicazione uniforme in campo.

In caso di eccesso di azoto si può fare un’irrigazione controllata, con una norma d’acqua che distribuisca l’azoto in un volume maggiore di terreno.

FOSFORO (P)

Questo elemento ha un ruolo chiave nel metabolismo delle piante, partecipando ai più importanti processi fisiologici. Il fosforo conferisce alle piante resistenza alla siccità, stimola lo sviluppo dell’apparato radicale e contribuisce al processo di fruttificazione e formazione dei semi. Nei cereali a paglia il fosforo stimola l’accestimento.

Carenza di fosforo

I sintomi di carenza si manifestano dalla base della pianta verso l’alto. Le basse temperature riducono la mobilità del fosforo nel suolo, mentre la siccità e la compattazione del suolo ne riducono la diffusione nel suolo.

Sintomi

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  • l’apparato radicale è poco sviluppato, poco ramificato, le radici secondarie sono poche e corte;
  • le piante sono piccole e crescono molto dure, la ramificazione è ridotta;
  • le foglie hanno colore verde scuro, con aspetto sporco, poi acquistano riflessi rossastri, violacei, soprattutto sulla pagina inferiore delle foglie, sulle nervature e sui piccioli (pomodori, lattuga, mais, cavolo);
  • i fusti sono rosso porpora;
  • la fioritura è ritardata;
  • nei meli l’accumulo di quantità troppo basse di fosforo nei frutti porta all’imbrunimento della polpa durante la loro conservazione a basse temperature;
  • nel caso dei cereali a paglia l’accestimento è debole;
  • la sintesi proteica e il contenuto di glutine nei chicchi di grano sono ridotti;
  • nel mais viene inibita la formazione delle infiorescenze.

Per prevenire la carenza di fosforo si consiglia di dosare correttamente i fertilizzanti e di applicare i prodotti in modo uniforme. L’irrigazione è consigliata anche in caso di siccità, insieme al controllo delle infestanti.

Per correggere la carenza, si consiglia di incorporare fertilizzanti al fosforo nel terreno o un’applicazione fogliare.

Fosforo eccessivo

Si riscontra raramente, essendo facilitato da un’alimentazione carente di Zn. È caratterizzato da necrosi sulla punta e sui bordi delle foglie basali.

POTASSIO (K)

È un macroelemento che contribuisce alla resistenza delle piante al gelo e alla siccità e influenza il colore del prodotto finito.

Carenza di potassio

Di solito si incontra in terreni acidi, con una tessitura leggera e sabbiosa.

Essendo molto mobile nelle piante, il potassio migra facilmente dalle foglie vecchie a quelle giovani, per essere da queste riutilizzato. Pertanto, i sintomi compaiono prima sulle foglie alla base della pianta o sui germogli. La carenza di questo elemento diminuisce notevolmente la produzione di cavoli, cetrioli e pomodori.

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Sintomi

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  • la clorosi appare sulle foglie in alto e sul bordo, procedendo verso la nervatura principale e la base della foglia, seguita da necrosi bruna;
  • i bordi delle foglie rotolano;
  • la fioritura è debole, i fiori rimangono sterili, e spesso la percentuale di fiori che cadono prematuramente è maggiore;
  • nei pomodori le foglie basali ingialliscono, dopodiché le zone gialle diventano marroni, i frutti maturano in modo irregolare e presentano venature verdi all’interno;
  • nei cetrioli compaiono frutti a forma di bulbo (gonfi in alto e sottili al picciolo);
  • nelle insalate le foglie sono di colore verde scuro e quelle vecchie diventano necrotiche ai bordi;
  • nel sedano la radice rimane piccola ea volte è vuota all’interno.

Per prevenire la comparsa di carenze di potassio, si consiglia di dosare correttamente i fertilizzanti e di applicare i prodotti in modo uniforme. L’irrigazione è consigliata anche in condizioni di siccità, oltre ad evitare ristagni d’acqua.

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Potassio eccessivo

Un eccesso di potassio provoca carenze secondarie di Ca e Mg.

CALCIO (CA)

È uno dei macroelementi fondamentali necessari per garantire la resistenza meccanica dei tessuti, essendo coinvolto nei processi fisiologici delle piante. Il calcio influenza favorevolmente la crescita delle radici. Questo elemento, una volta integrato nel tessuto, non può essere traslocato e riutilizzato nei tessuti giovani, la sua carenza si manifesta agli apici di accrescimento, al centro delle rosette fogliari, a livello del frutto, verso il fiore.

Carenza di calcio

L’assorbimento del calcio può essere influenzato da molti fattori:

  • temperature elevate durante i caldi periodi estivi;
  • basse temperature del suolo, in caso di colture precoci;
  • fertilizzazione eccessiva con N, soprattutto ammoniaca;
  • scarsa o errata irrigazione (somministrazione in grandi quantità, ogni pochi giorni);
  • alti livelli di sale nel terreno a causa di un’eccessiva fertilizzazione del suolo.
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Sintomi

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  • la parte superiore della pianta è interessata, rammollimento, imbrunimento e collasso dei tessuti giovani dalla parte superiore della pianta;
  • nel cavolo si verifica l’imbrunimento interno della testa;
  • negli ortaggi di serra (pomodori, peperoni, melanzane, cetrioli, meloni) si verifica il marciume apicale del frutto, il tessuto collassa sotto forma di un leggero avvallamento della polpa (“marciume apicale”). L’area interessata viene successivamente leggermente infettata da funghi del genere Alternaria spp.;
  • nei pomodori i fiori cadono ei frutti sono neri all’interno;
  • nei cetrioli i frutti si piegano o cadono;
  • mele e pere presentano macchie rotonde, dapprima superficiali, che diventano brune, diventano leggermente più profonde e il tessuto ha un sapore amaro. Questo disturbo inizia nel campo e continua in deposito (fossa amara);
  • nelle mele la carenza di calcio può causare anche imbrunimento interno del frutto;
  • il sedano mostra il sintomo del “cuore nero”;
  • nelle patate e nelle cipolle, le piante diventano nane.

Per prevenire la carenza di calcio, si consiglia di fornire alle piante adeguate e costanti quantità di acqua, preferibilmente attraverso il sistema di irrigazione a goccia. Nelle calde giornate estive vengono poste reti ombreggianti e si effettuano arature per arieggiare il terreno. La concimazione con prodotti a base di calcio somministrati nel terreno o per via fogliare controlla l’insorgenza di carenze di calcio.

In caso di eccesso di calcio si hanno carenze indotte di vari elementi: B, Mn, Fe, Mg, K, ei loro sintomi caratteristici.

MAGNESIO (MG)

È considerato un elemento essenziale nella crescita delle piante perché aiuta a rafforzare le pareti cellulari e migliora l’assorbimento di altri elementi nelle piante. Il magnesio è un componente della clorofilla.

Carenza di magnesio

A causa dell’elevata mobilità di questo elemento, la carenza si manifesta dapprima nelle foglie alla base della pianta per poi avanzare verso quelle superiori.

Sintomi

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  • sulle foglie compaiono clorosi marginali o macchie a mosaico tra le nervature, nei toni del giallo-verde, dovute alla decomposizione della clorofilla;
  • la clorosi avanza dal bordo della foglia al centro, talvolta seguita da necrosi;
  • le vene principali e una striscia lungo di esse rimangono verdi a lungo dopo la comparsa della clorosi;
  • in alcune specie (patata, cetriolo, pomodoro) la clorosi parte dalla metà della foglia e avanza verso i bordi;

Per prevenire la carenza di magnesio, applicare regolari fertilizzanti organici o fertilizzanti chimici con Mg ed evitare un’eccessiva fertilizzazione con potassio.

Un eccesso di Mg provoca carenze secondarie di K, Ca, Mn.

ZOLFO (S)

Lo zolfo è un nutriente essenziale, che attiva molti processi enzimatici nelle piante ed è un componente dei glicosidi, che danno l’odore caratteristico delle piante di senape, cipolla e aglio.

Carenza di zolfo

La carenza di zolfo è simile alla carenza di azoto. A causa della ridotta mobilità nella pianta, lo zolfo non viene traslocato dalle foglie mature a quelle giovani. I sintomi di carenza compaiono inizialmente sulle foglie giovani e si diffondono gradualmente alla base della pianta (al contrario di N).

Una nutrizione insufficiente con zolfo si verifica soprattutto in zone molto umide, su suoli ad alta permeabilità, in cui l’elemento si infiltra negli strati profondi del suolo. Le grandi specie che consumano zolfo (cavolo bianco, cipolle, girasoli, senape, pastinaca, colza, barbabietole) sono più soggette a carenze. Un apporto insufficiente di zolfo ha l’effetto di rallentare o addirittura arrestare la crescita della pianta.

Sintomi

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  • sulle foglie compare clorosi uniforme, verde-gialla o gialla, non si verifica necrosi e le piante non perdono le foglie prematuramente;
  • nel frumento, la carenza di zolfo porta ad una diminuzione della qualità panificabile della farina, lo zolfo influenza direttamente la composizione delle proteine ​​del glutine;
  • nella colza la carenza di zolfo si manifesta con lo scolorimento delle foglie e dei fiori e le silique smettono di crescere o non si sviluppano normalmente;
  • nella vite ne risente l’accrescimento sia dell’apparato aereo che di quello radicale;
  • i tralci della vite rimangono più piccoli del normale, le foglie mature non raggiungono le solite dimensioni.

Per prevenire le carenze di zolfo, si consiglia di applicare periodicamente fertilizzanti organici, correggere il dimensionamento delle dosi di azoto e mantenere l’umidità adeguata nel terreno.

L’eccesso di zolfo generalmente non danneggia le piante. Solo concentrazioni molto elevate sono dannose. Le piogge acide in cui si sciolgono gli ossidi di zolfo possono causare ustioni alle foglie.

BORO (B)

Il boro migliora la fertilità. Di tutti gli oligoelementi, la carenza di boro è la più comune.

Carenza di boro

La carenza si verifica prima sugli apici e sulle foglie giovani, a causa della scarsa mobilità di questo elemento.

Sintomi

  • la carenza provoca la formazione di radici scarse;
  • le foglie giovani all’apice della pianta sono le prime ad essere colpite, si accartocciano, diventano fragili e presentano necrosi irregolari tra le nervature;
  • la fioritura è interrotta;
  • spesso si verifica la caduta di boccioli fiorali, fiori e frutti in via di sviluppo;
  • gli stigmi e il polline possono diventare sterili, senza fecondazione, portando a frutti senza semi;
  • si formano cavità interne nel sedano;
  • nella vite gli acini rimangono piccoli o sono privi di semi;
  • nelle piante da fiore i fiori sono più piccoli, scoloriti e deformati;
  • nei meli e nei peri, sui frutti si sviluppano macchie che conferiscono loro un sapore amaro;
  • nei pomodori il calice si ingrandisce frequentemente;
  • nel cavolfiore l’infiorescenza diventa marrone e le foglie si accartocciano;
  • i gambi di cavolfiore, cavolo e broccoli presentano delle cavità all’interno;
  • nelle fragole i frutti sono deformati.
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Per prevenire la carenza di boro, si consiglia di applicare fertilizzanti ad alto contenuto di boro. Anche i fertilizzanti naturali hanno effetti benefici. Evitare dosi eccessive di aggiunte di calcare su terreni acidi e garantire una corretta umidità del terreno attraverso l’irrigazione. Applicato durante la fioritura favorisce i processi di fioritura e fecondazione.

L’eccesso di boro si manifesta prima sulle foglie mature e si diffonde a quelle giovani. I sintomi compaiono sulla punta e sul bordo delle foglie attraverso la clorosi in macchie, strisce o macchie, seguite da necrosi. I sintomi di tossicità possono essere confusi con i sintomi di elevata salinità.

RAME (CU)

Il rame svolge un ruolo nella formazione della clorofilla, nella germinazione dei semi, nell’aumento della resistenza alla siccità e nell’approvvigionamento idrico delle piante. Il rame svolge anche un ruolo nella respirazione e nella sintesi proteica.

Carenza di rame

Appare soprattutto nei terreni sabbiosi, in quelli con un alto contenuto di sostanza organica, nei terreni delle serre e nei solarium in cui sono state aggiunte grandi quantità di sostanza organica e torba. Alte dosi di N, P, Zn favoriscono o accentuano la carenza di rame.

La carenza di questo elemento può ridurre il raccolto dal 20 al 100%. I sintomi compaiono per la prima volta sulla parte superiore delle piante o dei germogli, sulla punta delle foglie.

Sintomi

  • di solito, il meristema apicale necrotizza e perirà;
  • nelle monocotiledoni le foglie giovani smettono di crescere, diventano biancastre e si accartocciano a partire dall’apice;
  • i cereali sono più inclini a cadere, sviluppano fiori pochi e sterili, le infiorescenze sono deformate e la maturazione del chicco è ritardata;
  • nel caso degli alberi da frutto, le foglie dei germogli annuali cadono prematuramente. Inoltre frenano e muoiono più facilmente;
  • la corteccia degli alberi è spesso ruvida e presenta essudati gommosi attraverso le fessure.
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La prevenzione della carenza di rame si ottiene somministrando periodicamente fertilizzanti nel terreno o fogliare. I trattamenti fungicidi al rame possono prevenire la carenza.

L’eccesso di rame si manifesta attraverso la clorosi sulle foglie mature. La clorosi è seguita dalla necrosi che inizia dalla punta e dai bordi e continua fino alla vena principale. La tossicità è rara, soprattutto nei vigneti dove si utilizzano molti fungicidi a base di rame.

FERRO (FE)

Il ferro svolge un ruolo fondamentale nella sintesi della clorofilla, nel processo di respirazione e nella fissazione dell’azoto.

Carenza di ferro

La mobilità del ferro nella pianta è ridotta. Non può essere utilizzato dalle foglie mature in caso di carenza, quindi i sintomi compaiono sulle foglie giovani e sulle parti superiori.

Sintomi

  • le foglie giovani sono di colore verde-giallo e le zone tra le nervature diventano gialle o bianco-gialle;
  • di solito le vene principali, talvolta anche quelle secondarie, rimangono verdi;
  • la clorosi può coprire anche le vene ma non si verifica necrosi;
  • le foglie possono diventare completamente biancastre ed avere la tendenza ad ammassarsi le une sulle altre;
  • nelle monocotiledoni la clorosi compare longitudinalmente su metà foglia o sotto forma di strisce gialle, che si alternano a strisce verdi lungo la foglia;
  • la clorosi ferrica è comune negli alberi da frutto e nella vite;
  • negli alberi i germogli possono essere defogliati;
  • alberi e viti sono poco sviluppati e fruttificano male.
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La carenza di ferro si verifica nelle piante che preferiscono un pH acido o leggermente acido e vengono coltivate su terreno neutro o alcalino. La carenza di ferro che si manifesta attraverso la clorosi si verifica soprattutto nel caso di terreni calcarei e ricchi di bicarbonato. Un eccesso di P au Mn può causare carenza di ferro o la sua accentuazione. Anche la compattazione del suolo o un pH del suolo superiore a 7 porta a sintomi di carenza di ferro.

La carenza può essere prevenuta e corretta applicando fertilizzanti a base di ferro.

I sintomi della carenza di ferro possono essere confusi con i sintomi della carenza di Mg, Zn o Mn. Tuttavia, solo la carenza di Fe si manifesta inizialmente sulle foglie giovani, le altre si manifestano inizialmente sulle foglie mature.

La tossicità è solitamente un problema nei suoli sommersi o in idrocoltura, dove le condizioni anaerobiche riducenti favoriscono un aumento del contenuto di ferro. La tossicità nei terreni con eccessiva umidità può essere evitata attraverso l’aggiunta di calcare, drenaggi e lavori di allentamento.

MANGANESE (MN)

Questo elemento determina una migliore resistenza delle piante alle basse temperature, alla siccità, ed alla presenza di sali in grande quantità nel terreno.

Carenza di manganese

La carenza di manganese si manifesta nel caso di colture sensibili, specialmente quelle adattate a terreni acidi o debolmente acidi e coltivate su suoli neutri o alcalini, dove la mobilità del manganese è fortemente ridotta.

La carenza si presenta sotto forma di clorosi tra le nervature, simili a quelle specifiche della carenza di Mg, con la differenza che si manifesta prima sulle foglie giovani in alto e poi si estende alla base della pianta.

Sintomi

  • nelle graminacee compare una clorosi giallo-grigia tra le nervature, sotto forma di macchie o macchie allungate, che virano al marrone e si fondono;
  • nelle dicotiledoni si verifica una clorosi a mosaico (le vene più piccole di solito rimangono verdi);
  • la necrosi puntiforme che si sviluppa nelle aree clorose può talvolta perforare le foglie;
  • la fioritura delle piante è debole ed avviene tardivamente;
  • le pannocchie di mais non producono chicchi alla base;
  • nelle carote la radice principale rimane piccola, sottile e ramificata, sviluppando numerose radici secondarie;
  • negli alberi da frutto, la clorosi sembra uno scheletro di pesce.
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Per prevenire una carenza di manganese si applicano al terreno concimi al manganese, insieme a concimi a base di azoto ammoniacale, con effetto acidificante, nel caso di terreni neutri e alcalini. Quando si verificano sintomi di carenza, è necessario applicare la concimazione fogliare. I trattamenti vanno ripetuti perché, non essendo un elemento mobile, la carenza può manifestarsi anche nelle nuove crescite.

Manganese eccessivo

L’accumulo di manganese nei tessuti superficiali del fusto e del picciolo delle foglie porta alla comparsa di macchie e macchie bruno scuro. Negli alberi da frutto la corteccia diventa ruvida, sul tronco compaiono delle crepe ei giovani rami sono accompagnati da secrezioni gommose. Nella zona ascellare delle foglie si sviluppano molti germogli che sembrano delle scope delle streghe. Sulle foglie vecchie compaiono macchie marrone scure, circondate da zone clorotiche. I sintomi di tossicità si manifestano in piante adattate a suoli con pH neutro o leggermente alcalino e coltivate in terreni acidi, con alte concentrazioni di Mn attivo. L’acidificazione del suolo aumenta la mobilità del manganese. In caso di tossicità, si consiglia di applicare aggiunte di calcare che provocano la precipitazione di Mn.

MOLIBDENO (MO)

Il molibdeno ha un ruolo nel fissare l’azoto molecolare, nella sintesi di proteine ​​e altri composti. Inoltre, questo elemento induce la resistenza di girasole, erba medica e lattuga all’oidio, mentre il mais diventa più resistente alla comparsa di fuliggine.

Carenza di molibdeno

La sensibilità delle piante alla carenza di molibdeno dipende dalla specie. I vegetali, che hanno bisogno del molibdeno per fissare l’azoto nei noduli e nelle crucifere, sono molto sensibili.

La carenza di molibdeno si manifesta in modo simile a quella di N, attraverso la clorosi nelle foglie mature, ma è rapidamente seguita da necrosi sulla punta e sul bordo delle foglie; i bordi delle foglie rotolano verso la parte superiore.

Sintomi

  • in genere le piante sono di taglia piccola per via dei nodi corti, manifestando il sintomo del nanismo;
  • ne risente lo sviluppo dei fiori o del polline, che impedisce la formazione dei frutti;
  • nei vegetali i sintomi sono tipici della carenza di N, le radici hanno pochi noduli e sono verdi al taglio;
  • nelle crucifere si sviluppano foglie con lembo fogliare atrofizzato;
  • nel cavolfiore l’infiorescenza non si sviluppa o è distorta;
  • nelle rose, i fiori sono leggermente colorati ei petali esterni rotolano verso l’esterno.

Le carenze di molibdeno sono generalmente associate a un pH del suolo inferiore a 5,5. Per prevenire il verificarsi di tale carenza, vengono applicate aggiunte di calcare per correggere l’acidità.

L’eccesso di molibdeno si manifesta sulle foglie giovani disturbando la crescita del lembo fogliare. Le foglie sono deformate e hanno un colore giallo dorato. Le gemme apicali muoiono e si sviluppano solo le gemme ascellari.

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ZINCO (ZN)

Le piante ben fornite di zinco sono resistenti all’oidio. Questo elemento ha un effetto inibitorio sullo sviluppo dei funghi. L’applicazione di chelati di Zn può ridurre o prevenire l’insorgenza di virosi nelle piante.

Carenza di zinco

I sintomi di carenza si manifestano dalla sommità della pianta alla sua base, essendo lo zinco un elemento a mobilità ridotta.

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Sintomi

  • ristagno, nodi corti su steli e germogli;
  • sulle foglie compare una colorazione clorotica, seguita rapidamente da necrosi di diverse dimensioni, mentre le nervature rimangono verdi;
  • la fioritura è debole;
  • nelle dicotiledoni le foglie sono disposte a rosetta e quelle all’apice dei fusti sono molto piccole;
  • il sintomo della rosetta si manifesta negli alberi, le foglie sono piccole, clorose;
  • le specie floreali hanno pochi fiori, di scarsa qualità.

Per prevenire l’insorgere di carenze di zinco, le concimazioni devono essere effettuate periodicamente con fertilizzanti naturali, il P deve essere applicato in dosi equilibrate e il regime idrico ed aerato del terreno deve essere ottimizzato. In caso di sintomi di carenza, è necessario eseguire ripetute irrorazioni fogliari con fertilizzanti contenenti Zn.

La tossicità si verifica raramente nelle colture in pieno campo, ma può manifestarsi nelle colture in serra e si manifesta attraverso una ridotta crescita di foglie e radici, seguita da clorosi delle foglie e talvolta pigmentazione bruno-rossastra delle piante. In caso di tossicità si consigliano aggiunte di calcare.

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